Rettoria
San Ferdinando
Università Bocconi
Orari Chiesa

Omelia del 18 Aprile

“Mostraci il Padre!”

Cioè mostraci il destino, mostraci quello che ci serve per vivere, Colui che ci ha pensati e a cui siamo destinati.

 

1.I discepoli vedono Gesù e come la sua vita consegnata al Padre non finisce nella morte

• Loro vedono la morte, ma la morte non li ferma più, non li blocca più, non li paralizza più e non blocca più la loro capacità affettiva: di buttarsi, di lanciarsi nella vita. La morte non toglie più l’entusiasmo.

• Vedono che uno sguardo così sulla vita e sulla morte è invidiabile (il carceriere)

 

2.I discepoli vedono Gesù vivere la presenza del Padre in tutto — in questa storia. Tutto ciò che compie è rispondere ad un amore su di sé IN QUESTA STORIA. POSIZIONE PIENAMENTE UMANA. 

«Abbiamo tre figli meravigliosi, il più grande ha undici anni, è un bambino come si dice “speciale”, termine gentile, ma in fondo vero, per dire che è disabile. Nonostante faccia cose che nessun medico immaginava possibili, ha molti limiti e fatiche soprattutto dal punto di vista cognitivo: non legge, scrive a malapena il suo nome e non riesce ad imparare nessun numero a parte 1 e 2. Qualche settimana fa lo stavo accompagnando a dormire e lui ha visto suo fratello a letto che leggeva e mi ha chiesto: «Mamma perché io non so leggere?». Confesso che mi si è spezzato il cuore, e non solo perché non avevo una risposta per lui, ma soprattutto perché, inizialmente, la sua inconsapevolezza rispetto ai suoi limiti quasi mi dava conforto, mentre in quella domanda c’era tutto il suo desiderio di essere come gli altri, come i suoi fratelli. Ho abbozzato qualche frase e poi mi sono messa accanto a lui per farlo dormire. Ad un certo punto mi dice: «Mamma comunque io sono un bambino felice». Sono rimasta senza parole e nei giorni successivi ho iniziato a osservarlo meglio per capire come potesse dire una cosa così, considerando la fatica che fa ogni giorno a scuola, le limitazioni alle varie esperienze che abbiamo sempre cercato di fargli provare e mi sono accorta che lui vive in ogni istante perché risponde ad un amore che sente su di sé. Si alza al mattino perché lo chiamiamo noi, si impegna a scuola perché c’è la sua maestra, fa i compiti perché sto accanto a lui, impara con grande fatica ad andare in bici perché il suo papà non lo molla un istante. […]
Io che in questi mesi mi sento così sopraffatta dall’incertezza, dalla paura, ho davanti un bambino che non sa badare a se stesso, ma che vive ogni giornata perché sa di essere amato e lui semplicemente a questo amore risponde». ( https://it.clonline.org/lettere/2021/03/09/lettera-mamma-figlio-disabile )

 

3.I discepoli vivono con fede, quella fede in Gesù: “Cristo in voi, speranza della gloria”

•  Il Padre in Lui acquista un volto…da SEGUIRE, nel tempo

•  Il Padre in Lui acquista un luogo…LA CHIESA…si vedono i segni del Padre: i sacramenti e uomini e donne cambiate.