Rettoria
San Ferdinando
Università Bocconi
Orari Chiesa

Omelia del 16 Maggio

Quella di oggi è una sfida che ci viene lanciata.

a ciascuno di noi viene data la grazia per poterci stare davanti:

1.   Ecco la “pienezza di tutte le cose”: vedere Gesù ENTRARE NEL CIELO CON IL CORPO

-    il nostro corpo non è più segno di finitezza proprio perchè destinato all’eterno: sappiamo che la nostra morte è segno di rinascita.

-    questa posizione ridà al tempo\istante\corpo il vero significato: ci libera dalla prigione del limite (“ha portato con sé i prigionieri”) e ci impedisce di soffocare.

 

•  Davanti a questa posizione sono sfidato: chi risponde a questa domanda che è viscerale?

          Un’intera nottata   / buttato vicino  / a un compagno  massacrato
           con la sua bocca /  digrignata/ volta al plenilunio
           con la congestione / delle sue mani / penetrata / nel mio silenzio
           ho scritto / lettere piene d’amore. Non sono mai stato tanto attaccato alla vita

           (Veglia, Ungaretti)

 

 

2.    Ecco la pienezza di tutte le cose: c’è qualcosa che con tutto di me mi fa sperimentare già l’eterno? Mi fa sperimentare la pienezza, mi fa sperimentare il CIELO?

-   L’amore afferma\desidera l’eterno! Cristo, con la sua morte\donazione e risurrezione, ci ha parlato di questo amore eterno…e ci ha parlato con il corpo, con tutto di sé.

-   In vista di questa pienezza d’amore è costruita tutta l’esistenza umana. Se la morte è la rottura dell’amore  - la resurrezione è la vittoria dell’amore/comunione/dei legami.

 

Il corpo (mortale) non diventa più una obiezione, un impaccio: diventa la strada, il modo in cui sono chiamato a rispondere a ogni istante riempito da questo Amore

Tutto ciò che viviamo a partire da Cristo dura per sempre, ecco perchè la “cosa più terribile che possa accadere all’uomo è di essere superficiale”: ecco di cosa siamo testimoni.